Il complesso architettonico della Prevostura di Saint-Gilles sorge all’imbocco della valle di Challand-Ayas, sulla sponda destra dell’Evançon, in quasi perfetta simmetria col castello situato alto sulla riva opposta. Vi si accede dagli angoli della piazza René de Challant, mediante una cordonata doppia che in uno dei suoi rami prende avvio dal primissimo tratto della “bastiota”, l’antica mulattiera che saliva, ed in parte ancora sale, verso Challand. Una tradizione non storicamente provata fa risalire la fondazione del convento di Saint-Gilles ( Sant’Egidio) al 912, attribuendola a Gisella (Egidia), moglie di Adalberto I, marchese di Ivrea, e figlia di Berengario I, re d’Italia e, dal 915 al 923, imperatore. Un’altra tradizione ne sposta la fondazione alla fine di quello stesso X secolo e la attribuisce ai marchesi di Monferrato. In realtà i canonici di Saint-Gilles di Verrès sono citati per la prima volta in un documento redatto verso il 1050. Ad ogni modo la loro presenza a Verrès attorno all’anno Mille e la loro denominazione sono una testimonianza dei legami politici, culturali e religiosi che univano la Valle d’Aosta alla Provenza. Entrambe queste regioni fecero infatti parte, dal 934 al 1032, del Regno di Arles, detto anche Secondo Regno di Borgogna. E proprio nella zona di Arles - tra l’VIII ed il IX secolo - sant’Egidio (Gilles) era vissuto ed aveva diretto un monastero. In suo onore e per accoglierne le spoglie, sorse nell’XI secolo - sempre a poca distanza da Arles - la magnifica chiesa di Saint-Gilles-du-Gard, capolavoro dell’architettura romanica provenzale.
Da una bolla indirizzata al prevosto loro superiore, da papa Innocenzo III nel 1207, si apprende che i canonici di Saint-Gilles di Verrès seguivano per la loro vita comunitaria la regola di sant’Agostino. La Prevostura di Verrès possedette nel Medioevo anche uno scrittorio ed una scuola per la formazione del clero. Privilegi e donazioni delle autorità e dei fedeli ne fecero nel Basso Medioevo la più importante istituzione religiosa della Valle d’Aosta: tra chiese, cappelle ed ospizi, Saint-Gilles arrivò infatti ad un certo punto ad avere alle proprie dipendenze 60 benefici nella diocesi di Aosta, 12 in quella di Ivrea, 1 nella diocesi di Vercelli e 7 in quella savoiarda di Moûtiers. Un fatto decisivo per l’espansione della Prevostura avvenne nel 1182, quando l’abbazia benedettina piemontese di Fruttuaria le cedette tutti i beni che possedeva in Valle d’Aosta, da Bard in su. Altro fatto decisivo fu, nella seconda metà del Trecento, l’entrata di Saint-Gilles nell’area di influenza di Casa Challant.
Nei primi anni del Quattrocento, Ibleto di Challant, il costruttore del castello, interveniva sul complesso architettonico medievale di Saint-Gilles - oggi illeggibile - per sistemarvi la sua cappella sepolcrale nella cui cripta sarà sepolto nel 1409. Verso la metà dello stesso XV secolo altri lavori interessarono la chiesa che si trovava in posizione diversa rispetto a quella attuale. Ma l’intervento più importante fu operato dal prevosto Carlo di Challant che, attorno al 1512, fece costruire la grande torre campanaria e l’ala ovest del convento. Carlo - fratello del conte Filiberto e cugino di Giorgio, quest’ultimo priore di Sant’Orso ad Aosta e ricostruttore del castello di Issogne - aveva ricevuto proprio da Giorgio, che vi aveva rinunciato in suo favore, la carica di prevosto di Saint-Gilles. Con Giorgio tale carica era diventata una commenda, essa cioè non obbligava più il titolare a risiedere nel convento e ad osservarne la regola monastica.
Nel 1533, al tempo del conte Renato, Saint-Gilles passò sotto il patronato degli Challant che potevano così presentare al vescovo il loro candidato per la carica di prevosto. Quando - nel 1565, alla morte di Renato senza eredi maschi legittimi - il titolo di conte di Challant passò ai Madruzzo di Trento, gli inconvenienti della commenda si sommarono a quelli provocati dal patronato finito in balia della controversia per l’eredità tra i vari rami di Casa Challant. La Prevostura entrò così in una fase di rapida decadenza, dalla quale il prevosto commendatario, vescovo-principe di Trento e ottavo conte di Challant, Carlo Emanuele Madruzzo, cercò di farla uscire unendo, nel 1648, i canonici di Saint-Gilles a quelli lorenesi del Santissimo Salvatore che, dal 1644, reggevano ad Aosta l’istituzione scolastica del Collège Saint-Bénin. L’operazione consentì alla Prevostura una certa ripresa, documentata alla fine del secolo dalla costruzione, dovuta al prevosto Desfeyes, dell’ala nord del convento. Nonostante questo, nel 1717 i canonici lorenesi erano espulsi da Verrès dal re Vittorio Amedeo II di Savoia che aveva accolto le richieste in tal senso del conte Giorgio Francesco di Challant. La decadenza di Saint-Gilles si accentuò nel corso del Settecento e venne resa particolarmente evidente dal distacco di numerose parrocchie. Tuttavia, tra il 1776 ed il 1797, ai tempi del prevosto Nicolas-Amédée Bens nativo di Verrès, venne costruita la chiesa attuale.
Il 25 maggio 1800 il convento di Verrès ospitò, per la notte, Napoleone che con le sue truppe, scendendo dal Gran San Bernardo, attraversava la Valle dando inizio alla sua seconda campagna d’Italia. Quello stesso Napoleone, nel 1802, soppresse la comunità di Saint-Gilles che fu ristabilita soltanto nel 1816. Ma nel 1855, le leggi Rattazzi con cui lo Stato sardo confisca numerosi beni ecclesiastici mettono di nuovo in gravissime difficoltà la Prevostura di Verrès. La situazione va continuamente peggiorando tanto che, nel 1911, per volere di papa Pio X, i canonici di Saint-Gilles sono uniti ai canonici lateranensi che ancora oggi, oltre a quella di Verrès, reggono in Valle d’Aosta le parrocchie di Fénis e di Challand-Saint-Victor.
Trifora gotica
Interno della chiesa
I resti di un affresco
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